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La Sede

La sede dell’IIC si trova in Malyj Kozlovskij pereulok 4, in uno stabile appositamente acquistato e interamente trasformato all’interno per renderlo adatto a ospitare i suoi uffici. L’IIC vi si è trasferito nel marzo 2001 lasciando i locali dell’Ambasciata, in cui era stato collocato al momento della sua costituzione.

Storia: l’edificio nel contesto dell’opera di Lev Kekušev

L’edificio di Malyj Kozlovskij 4 è stato realizzato tra il 1890 e il 1893 ed è opera dell’architetto Lev Kekušev (1862-1917) che lo costruì su commissione di A.I Obuchova, moglie di un mercante, come sua residenza personale in una zona che si veniva in quegli anni rinnovando dal punto di vista urbanistico e architettonico.

La residenza di A.I Obuchova è uno dei primi progetti che portano la firma dell’architetto che sarebbe successivamente diventato uno dei protagonisti indiscussi del liberty moscovita. Dopo aver prestato per alcuni anni la sua opera come architetto della città di Mosca (1893-1898), Kekušev si occupò prevalentemente di architettura privata, costruendo a Mosca almeno sei decine di edifici. Molti di questi sono purtroppo andati perduti, ma diversi esempi di progetti del periodo più maturo si possono ancora trovare nel centro di mosca (tra cui due residenze private in via Ostoženka, al n. 21 e 24).

L’edificio a due piani in cui è situato l’Istituto Italiano di Cultura è ancora distante dai lavori della maturità di Kekušev, ma in esso si possono già intravedere i tratti caratteristici del suo stile personale. Pur inserendosi nella tendenza del tempo, dominata dall’eclettismo stilistico, Kekušev riuscì a sviluppare un linguaggio architettonico personale. Con la sua variante moscovita dello stile liberty, Kekušev anticipava largamente molte delle tendenze stilistiche del primo Novecento, offrendo soluzioni architettoniche caratterizzate da un forte legame con le tradizioni storiche locali e sottolineando la continuità del liberty con il precedente sviluppo dell’architettura locale.

L’aspetto esterno della residenza di A.I Obuchova è semplice ed elegante, in sintonia con il linguaggio architettonico del tardo eclettismo, che interpretava in chiave rinascimentale forme di provenienza assai eterogenea. In questo progetto Kekušev ha concentrato l’attenzione sulla plasticità della facciata, che presenta un potente effetto di chiaroscuro dato dall’uso di un bugnato a sbalzo molto rilevato. Tale articolazione è ribadita anche da tre grandi marcapiano orizzontali: quello sopra il basamento, quello tra i piani e il cornicione. Per le finestre Kekušev ha invece utilizzato un procedimento destinato a diventare uno dei suoi preferiti: ha “affondato” le finestre in nicchie poco profonde, collocando gli infissi a una profondità un po’ maggiore del consueto. Degli elementi ornamentali della facciata principale si sono conservate anche delle mensole decorate sotto il marcapiano posto sopra le tre finestre del piano terra. Tutti questi elementi stilistici hanno arricchito la facciata con ulteriori effetti di chiaroscuro, conferendole un effetto visivo di grande armonia: negli anni della sua costruzione, l’edificio spiccava per la sua semplicità ed eleganza, presentando al contempo i tratti tipici dell’architettura moscovita tradizionale.

Nel 1917 l’edificio venne venduto a S.I. Džamgarov. Avrebbe dovuto essere soprelevato di un piano e in parte modificato, cosa che non fu fatta e l’edificio ha conservato pressoché inalterato il suo aspetto originario. Dopo essere stato acquistato dallo stato Italiano, l’edificio ha subito un processo di ammodernamento interno e attualmente ospita l’Istituto Italiano di Cultura.

Spazi interni e contesto

La superficie interna dell’edificio è pari a 464 mq. La sua pianta è formata da un primo corpo pressoché quadrato, che si affaccia sul Malyj Kozlovskij pereulok; nella parte posteriore si aggiunge un corpo rettangolare, e a seguire un corpo trapezoidale, che costituisce un’altra proprietà.

Al suo interno, al piano terra si trovano la portineria, una sala conferenze da 60 posti, dotata di microfono, amplificatore, proiettore (v. scheda tecncia), un ufficio adatto a svolgere servizio di informazione per gli utenti e a fungere da segreteria per gli studenti dei corsi di lingua italiana.

I piani superiori sono riservati alla biblioteca, di recente aggiornata, agli uffici del Direttore e del personale. Vi si trova anche un’aula attrezzata con lavagna elettronica per le lezioni di lingua.

Il contesto di cui fa parte l’edificio, il quartiere Basmannyj, situato nel Distretto centrale della città, è un quartiere brulicante di attività, ben conosciuto a Mosca per la presenza di teatri, di istituzioni culturali ed esercizi commerciali. Non lontano si trova il giardino di Čistye Prudy con un piccolo specchio d’acqua, luogo di ritrovo della cittadinanza. Si tratta di una zona residenziale ed elegante, con palazzi storici e aree verdi, collocata tra la prima circonvallazione della città, l’Anello dei Boulevards, e la seconda, l’Anello dei Giardini.

Dotazioni tecniche della sede

Fonti

M.V. Naščokina, “Vklad L.N. Kekuševa v razvitie architektury Moskvy”, in Lev Kekušev. Architekturnoe nasledie Moskvy, Mosca, Vega, 2012, pp. 8-10

M.V. Naščokina, “Osobnajk A.I. Obuchovoj, 1890-1893”, in M.V. Naščokina, Lev Kekušev. Architekturnoe nasledie Moskvy, Mosca, Vega, 2012, pp. 36-42.