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Sei secoli di panorami di Venezia

Nell’ambito della mostra Venezia panoramica. La scoperta dell’orizzonte infinito

La conferenza di Giandomenico Romanelli, curatore della mostra

Quasi in alternativa alle celebri vedute “a volo d’uccello” il cui capostipite è la VENETIA MD (1500) di Jacopo de’ Barbari, nasce e si sviluppa la “veduta panoramica” della città. La caratteristica di questo genere è di essere una ripresa, almeno tendenzialmente, fatta a livello del suolo o dell’acqua. L’altro elemento che la contraddistingue è di proporsi un angolo di veduta molto esteso che, quando si giungerà all’ottocento, arriverà a coprire 360 gradi.

Nel corso dei secoli a partire dal ‘400 queste riprese si adatteranno al gusto, alla moda e alle acquisizioni tecniche della cartografia e del vedutismo dandoci prodotti di grande qualità e di estremo interesse. Il punto di arrivo sarà il grande panorama di Giovanni Biasin che fornisce una veduta panoramica -dipinta a tempera su una striscia di carta lunga più di venti metri- ripresa all’incirca dal centro del Bacino di San Marco, quindi proponendo sia la parte monumentale del cuore storico di Venezia attorno a Piazza san Marco e agli altri celebri edifici che la circondano, ma anche lo sviluppo verso est e verso ovest fornendo all’osservatore una quantità di informazioni e proponendogli una esperienza per così dire ‘immersiva’ della città dove hanno grande risalto le aree verdi, l’animazione della vita quotidiana e una quantità di imbarcazioni a remi, a vela e a vapore. Con la fine del XIX secolo, le riprese fotografiche grandangolari e soprattutto il cinema soppianteranno queste tecniche di rappresentazione e, ancora una volta, sarà Venezia uno dei soggetti preferiti per le prime pellicole cinematografiche dei fratelli Lumière.

Per assistere alla lezione è necessario acquistare un biglietto di ingresso al museo (300/150 rubli).