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Focus su Ennio Flaiano

Nel 2022 ricorreva il 50mo anniversario dalla morte di Ennio Flaiano, una figura estremamente importante del panorama culturale italiano del XX secolo. Giornalista ironico e di grande talento ha scritto numerosi articoli e saggi di grande acutezza su svariati argomenti di attualità.

Dalla conversazione con il professor Claudio Giunta, recentemente presentata dall’IIC, potrete scoprire diversi fatti interessanti su Ennio Flaiano e la sua attività in vari campi.

Come sceneggiatore ha collaborato con i personaggi più celebri del mondo del cinema italiano, tra cui Federico Fellini (Lo sceicco bianco (1952), I vitelloni (1953), Le notti di Cabiria (1957), La dolce vita (1960), e 8¹/² (1963) e altri), Dino Risi (Un amore a Roma (1960), Michelangelo Antonioni (La notte (1961).

Flaiano ha collaborato anche con la televisione. Nel 1971 ha realizzato per la RAI un documentario di grande interesse “Oceano Canada” (regia di Andrea Andermann).

È stato il primo vincitore del Premio “Strega” con il suo unico romanzo “Tempo di uccidere” (1947). Questo libro è disponibile per il prestito nella biblioteca dell’IIC.

Ennio Flaiano, Tempo di uccidere. A cura di Anna Longoni. Milano, Adelphi 2020

In un’Africa surreale e priva di ogni esotismo un tenente dell’esercito italiano vaga alla ricerca di un medico, guidato dal mal di denti. Si allontana dal campo, rimane solo, si perde. Hanno inizio così, per caso, le sue disavventure. Prima si convince di aver contratto la lebbra, poi fugge, certo di essere ricercato per tentato omicidio, infine si trasforma in ladro e maldestro attentatore, fino ad approdare alla capanna di Johannes, un luogo misterioso e arcano dove può iniziare a guarire.

I saggi e vari scritti di Flaiano sono raccolti in diversi volumi, due di questi sono disponibili per il prestito nella biblioteca dell’IIC.

Ennio Flaiano, Opere. Scritti postumi. A cura di Maria Corti e Anna Longoni. Milano, Bompiani, 1988

Il volume raccoglie i numerosi scritti postumi di Flaiano, oltre a qualche inedito.

Dall’introduzione di Maria Corti: “Nell’emporio letterario del nostro Paese ci sono scaffali per scrittori drammatici, fabulosi, ineffabilmente lirici, sublimemente espressionisti, magari comici, per autori di romanzi, storici o no. I memorialisti ironico-satirici sono pochi e non riempiono scaffali. Non vale postillare a conforto nostro che ogni classificazione, risalendo ai critici, può essere arbitraria e congetturale, fattura incompleta. Il fatto rimane: vi sono autori singolari, meno stimati e ricordati di quanto merita la loro singolarità: uno di questi è Ennio Flaiano”.

Ennio Flaiano, Diario notturno. 5a ed. Milano, Adelphi 1999

Nessun libro come il Diario notturno (1956) riesce a contenere in sé – finemente distillata nella sostanza e nella forma – l’intera opera di Ennio Flaiano. Vi ritroviamo infatti tutti i costituenti primari del suo modo di essere, psicologico e letterario: il pessimismo lucido e dolente; la coscienza del nulla vissuta attraverso la quotidiana consunzione dei volti, dei luoghi, dei ricordi; la percettività del moralista di scuola francese, perso in un Paese che si preoccupa di tutt’altro. E vi ritroviamo tutte le forme che Flaiano prediligeva: il racconto ingegnoso e fulminante, l’apologo ora amaro ora grottesco, il taccuino di viaggio che intaglia immagini icastiche, il dialogo corrosivo e sarcastico, l’aforisma che non si lascia dimenticare.