Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

I Libri candidati al Premio Strega: “Randagi” di Marco Amerighi e “Nova” di Fabio Bacà

Segnaliamo ai nostri lettori i 12 libri candidati alla LXXVI edizione del Premio Strega, della cui giuria l’Istituto Italiano di cultura di Mosca fa parte: presenteremo due libri alla volta per tre settimane fino ad arrivare alla votazione dell’8 giugno che indicherà i sei finalisti.

Non tutti questi libri sono ancora disponibili nella Biblioteca dell’IIC, ma lo saranno presto!

Marco Amerighi, Randagi. Bollati Boringhieri, Torino 2021

Romanzo di formazione di un moderno “giovane senza qualità”, che si descrive a p. 53 del libro come indifferente alle passioni e agli obiettivi della sua generazione: «Nel suo cuore non bruciava nessuna curiosità per il mondo» e per la scoperta di se stesso. Ma in realtà partirà alla ricerca proprio di questo.

Da una recensione dello scrittore Andrea Tarabbia: «Non è facile raccontare lo sradicamento e l’incapacità di capire se stessi; soprattutto, non è facile raccontarli in un contesto “normale”, comune alla maggior parte dei lettori – la famiglia, la scuola, le amicizie: eppure Amerighi riesce ad estrarre lo straordinario dall’ordinario, lavora sui grandi temi (l’abbandono, i legami di sangue, la ricerca e a volte il rifiuto di sé) immergendoli in una realtà riconoscibile, plausibile, e lanciando una sfida a sé stesso con la scelta di appoggiare la narrazione sul meno straordinario tra tutti i personaggi in scena. Proprio grazie a questa scelta, ciascun lettore può però arrivare a riconoscersi in un aspetto particolare della personalità di Pietro, il protagonista: nella sua timidezza, in un suo fallimento, in una ritrosia, in un’insicurezza e, soprattutto, nella difficoltà che prova mentre cerca di capire chi è davvero, qual è la cosa che sa fare meglio e che lo identifica. Così, forse, il randagismo a cui fa rifermento il titolo del romanzo non è tanto da ricercare nelle peregrinazioni che i personaggi compiono, dall’Africa alle Americhe, mentre inseguono se stessi o fuggono da un dolore, quanto nelle continue “prove” a cui, volontariamente o meno, si sottopongono, e ai continui cambiamenti di vita e prospettiva grazie ai quali misurano le proprie capacità e cercano, a volte invano, di trovare una ragione e uno scopo al loro essere nel mondo».

Fabio Bacà, Nova. Adelphi, Milano 2021

L’autore è al suo secondo romanzo che, dopo Benevolenza cosmica (Adelphi 2019), prosegue l’esplorazione della realtà che ci circonda e l’analisi delle pulsioni e dei conflitti dell’animo umano. Se nel primo romanzo il protagonista reagisce a una serie di improbabili e straordinari colpi di fortuna, qui il personaggio si trova coinvolto suo malgrado in un episodio di violenza che lo costringerà a fare i conti con l’immagine che fino a quel momento aveva di sé stesso.
L’argomento del libro è proprio la violenza e la nostra capacità (o incapacità) di affrontarla razionalmente, innanzitutto quella che è dentro di noi. Per dirla con le parole dell’autore (citazione dal Prologo a pag. 13), «Il problema è che abbiamo perso il contatto con qualcosa di essenziale dentro di noi».

“Dominare la violenza o esserne dominati?” L’incontro fortuito di Davide, il protagonista, con Diego, il “vendicatore” che si rivelerà essere un monaco zen, apre al protagonista gli occhi su un mondo sconosciuto, verso il quale prova un’attrazione incontrollabile, tanto che seguendo gli insegnamenti del suo mentore e nuovo amico, Davide cambia profondamente, sconcertando moglie e figlio che non lo riconoscono più. Egli stesso è spiazzato da questo inedito potere che gli fa paura ma che al contempo lo gratifica e lo esalta. Usando una violenza “positiva” che gli consente anche di combattere i soprusi e la prepotenza altrui, Davide si trasforma in una sorta di super eroe che combatte per la giustizia. Ma dov’è il limite? La risposta è forse nella conclusione della storia. O forse no.